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Come il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini?

Il 2020 ha costretto molti di noi a cambiare abitudini. Come è avvenuto il cambiamento, e come si sono adattate le aziende?

Come il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini?

Il 2020 ha costretto molti di noi a cambiare abitudini. Alcuni di questi cambiamenti sono permanenti, e anche le aziende hanno dovuto adattarsi.

All’inizio dell’anno, molte società di ricerche di mercato avevano fatto le loro previsioni per il 2020. Queste riguardavano ad esempio la lunghezza dei sondaggi nelle indagini e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Ciò che le previsioni non avevano considerato era l’avvento del coronavirus, che ha finito col modificare profondamente i nostri comportamenti, probabilmente per lungo tempo ancora.

In che modo questa situazione senza precedenti ha effettivamente mutato le abitudini dei consumatori, e quali di questi cambiamenti sono destinati a durare?

Questo è ciò che l’agenzia digitale italiana Arkage ha voluto approfondire nella sua indagine. La società ha interpellato 3700 famiglie italiane, in collaborazione con Verint, Surveyeah e Luminoso.

Meno soldi, meno consumi

Come facilmente prevedibile, Covid e lockdown hanno avuto un impatto negativo sul bilancio familiare: circa 4 famiglie su 10 hanno subito un calo del proprio reddito dall’inizio del 2020.

Anche i risparmi ne hanno risentito: moltissimi partecipanti hanno infatti dichiarato di avere meno soldi messi da parte.

Non deve quindi sorprenderci che la pandemia abbia avuto un forte impatto sui consumi; i settori maggiormente colpiti sono stati vestiti, cosmetici e articoli regalo.

In effetti, durante un lockdown non abbiamo bisogno di abiti da ufficio e cosmetici, e non ci sono molte feste a cui portare un regalo.

Chi sono i vincitori?

Allo stesso tempo, però, la ricerca mostra che ci sono stati anche dei vincitori.

Dato che la maggior parte delle famiglie ha trascorso i mesi primaverili nella propria abitazione, la domanda di prodotti per la casa è aumentata. Un nucleo familiare su 10 ha consumato più del solito anche per la manutenzione.

I discount, come Lidl, hanno incrementato la loro popolarità. Più di un quarto degli intervistati ha svolto la propria spera settimanale in un discount e quasi altrettanti – un quinto delle famiglie – ha dichiarato di preferire supermercati più economici rispetto alle alternative più costose.

Un altro vincitore è stato lo shipping online, specialmente per cibo e bevande. Questo trend è tra quelli che probabilmente proseguiranno in futuro, insieme ai servizi di delivery dei ristoranti.

Il nocciolo è: capire i consumatori

Con cambiamenti così importanti e duraturi, che avvengono alla velocità della luce, per gli imprenditori è ancora più importante non perdere il contatto con i consumatori. Solo se le società riescono a rispondere alle necessità dei consumatori possono sopravvivere, addirittura crescere nonostante la situazione difficile.

La ricerca di Arkage, purtroppo, ha rivelato che c’è un gap importante fra ciò che i consumatori desiderano e ciò che le aziende pensano che essi vogliano.

Ad esempio, l’80% dei manager pensa che le famiglie abbiano incrementato l’utilizzo di servizi d’intrattenimento online, come Netflix. Quando è stata posta la domanda alle famiglie, tuttavia, solo il 10% ha riportato un reale aumento nell’utilizzo di queste piattaforme.

Comunque sia, gli imprenditori sono convinti che la centralità del cliente sia una strategia fondamentale in tempi di coronavirus; per metterla davvero in pratica, le società hanno bisogno oggi più che mai di capire i consumatori con le analisi di mercato.

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